sabato 12 dicembre 2015

Veneto, il M5S accende i fanali sulle grandi opere

Proseguono gli incontri tematici organizzati dal Movimento Cinque Stelle ad Adria: dopo il dibattito di settimana scorsa sulle trivellazioni in Alto Adriatico, ieri alla sala civica è stata organizzata una serata dedicata alle grandi opere e alle infrastrutture in Veneto. In sala, oltre alla consigliera regionale Patrizia Bartelle, che ha fatto gli onori di casa nelle vesti di moderatore, si sono avviendati il senatore Cinque stelle Enrico Cappelletti (membro della commissione Giustizia Giustizia del Senato), l’architetto Carlo Costantini (autore del libro-inchiesta “Strade morte”) e l’architetto Luciano Claut, assessore ai Lavori pubblici del Comune di Mira. «Questo nuovo appuntamento - così la precisa Bartelle - sta a testimoniare l'impegno, sempre in prima linea, che si è assunto il Movimento e che, quando si agisce per il bene comune, alieni cioè da interessi personali e di parte, la volontà di fare supera ogni ostacolo soprattutto di linea politico-partitica».

Quanto alla Romea, «piatto forte» della serata, la Bartelle è stata chiara: «Si tratta di una delle strade meno sicure d'Italia ma occorre capire anche che la nuova arteria attraverserebbe zone paludose e protette, già definite come parchi». Cappelletti, portavoce dei 5 Stelle a Palazzo Madama, ha posto l'accento sul «Veneto, la regione italiana, insieme alla Lombardia, più cementificata ma anche quella con più appartamenti chiusi o sfitti, con due milioni di invenduti. Negli ultimi trent'anni - ha rilevato - si sono succeduti al timone presidenti (da Berini a Galan) che hanno avuto guai giudiziari di varia natura ma sempre rientranti nel finanziamento illecito e nelle tangenti». Il senatore, a tal proposito, ha citato l'esempio della società «Adria Infrastrutture», del Gruppo Mantovani Spa (l'impresa del Mose) che ha avuto come Amministratore delegato proprio quella Claudia Minutillo, già segretaria dell'ex governatore Galan, che ha gestito un bilancio di oltre quattordici miliardi di euro tra cui la Pedemontana Veneta, le Vie del Mare e la Nogara-Mare; tutte opere finite poi in mano alla magistratura. La maggiore delle opere in costruzione è la Superstrada Pedemontana Veneta, che , tra l’altro, risulta essere un’autostrada sovradimensionata (scelta nella soluzione più costosa) e quindi fatta solo per arricchire maggiormente i costruttori. Il Senatore ha anticipato una relazione della Corte dei Conti sulla Pedemontana Veneta dove si evince, tra le varie osservazioni, la mancanza di controlli del Ministero delle Infrastrutture sulla Regione Veneto. Rileva inoltre la Corte come i costi siano, nel tempo, lievitati a dismisura e il contratto risulti troppo favorevole ai privati (il costo è passato da due miliardi a oltre tre, con un «contributo pubblico» passato da 176 milioni a un miliardo di euro).

Recentemente, su pressione del M5S, è stato finalmente introdotto, con legge definitiva, il reato di disastro ambientale; con questa imputazione potrebbe finire in galera , per i «veleni» collocati nel sottofondo della Valdastico Sud, l’ex presidente della Provincia di Vicenza, Attilio Schneck (Lega Nord), Presidente della A4 Holding e promotore/affidatario della nuova Autostrada Nogara Mare. Inoltre la Valdastico Nord (che dovrebbe collegare Piovene Rocchette con Trento) non servirà a nulla: altra autostrada, come già quella Sud (come tutti possono vedere), destinata a essere priva di traffico. Cappelletti ha terminato il suo intervento domandandosi e domandando: «Ma queste grandi opere servono davvero per rendere più attrattivo il nostro territorio? Oppure non sarebbe meglio realizzare le grandi autostrade informatiche, che produrrebbero un forte sviluppo delle aziende anche in prospettiva di un incremento delle tecnologie Cloud? Il tytto in aggiunta ad opere di salvaguardia del territorio già così fragile e a rischio? Costantini, dal canto suo, si è soffermato invece sugli effetti collaterali presentando una mappa delle polveri sottili che, come noto, fanno della pianura veneta una delle aree più inquinate d’Europa. Quindi è entrato subito nel tema della serata scoperchiando quel sistema veneto che ha avuto inizio con la creazione di una “super-lobby” di società autostradali che si chiama “Confederazione Autostrade”, con sede a Verona, il cui Presidente è proprio il leghista Attilio Shneck. In particolare l’architetto Costantini si è soffermato sulle due Grandi opere che interessano la parte meridionale del Veneto, la Orte Mestre e la Nogara Mare. Orte-Mestre: la sua progettazione inizia fin dai primi anni ’90 per poi essere stata inserita, a fasi alterne, tra le opere strategiche nazionali, ed infine essere stata tolta più recentemente dal Ministro Del Rio in quanto non finanziabile (costo preventivato 10 miliardi di euro, con alta probabilità che se ne dovesse sobbarcare gran parte della spesa lo Stato, a causa di flussi di traffico sovrastimati e incassi sufficienti).

Costantini ha quindi illustrato la soluzione alternativa su cui si sta orientando la stessa Regione Emilia Romagna , pur sotto le pressioni delle lobby imprenditoriali, in primis le grandi Coop emiliane: spostare il traffico commerciale, i tir, sulla A13 attraverso un nuovo raccordo stradale tra Ravenna e Ferrara, simile alla superstrada Ferrara-Porto Garibaldi. Nogara Mare: appalto già affidato al Raggruppamento che fa capo a Confederazione Autostrade e alla Mantovani-Adria Infrastrutture, nonostante le inchieste che vedono coinvolti gran parte dei suoi promotori, da Baita a Brentan, doveva essere stipulata la convenzione ad aprile ma non se è ancora fatto nulla. In tal caso il costo preventivato è di due miliardi, con un “contributo pubblico” di appena 50 milioni, ma con clausole che garantiscono completamente il concessionario, non offrendo alcuna garanzia che i lavori, divisi in quattro fasi, giungano a completamento (se non con un cospicuo ulteriore finanziamento pubblico a favore dei privati).

Il vero, urgente problema, su cui il M5S eserciterà la massima pressione sul governo e la Regione, è la urgente messa in sicurezza delle due strade, la Romea e la Transpolesana, con costi sicuramente sostenibili. Costantini ha infine accennato alla recentissima Legge regionale, voluta da Zaia, che dovrebbe verificare i project financing già approvati: in realtà come ha denunciato il Gruppo consiliare del M5S, si tratta di una «truffa» , in quanto prevede di riconoscere ai promotori rimborsi fino a 150 milioni, in gran parte sottratti alla sanità. Per ultimo ma non da ultimo il collega Claut ha illustrato i possibili interventi di messa in sicurezza, a costi davvero contenuti e in tempi brevi, del tratto veneto della Romea stessa, «soluzione peraltro studiata e condivisa già con altri sindaci confinanti con il Comune di Mira (Campagna Lupia e Codevigo) che hanno dato vita a un tavolo comune di lavoro»: un esempio da seguire oltre che un modello da replicare anche per le municipalità polesane, leggasi Rosolina, Taglio di Po, Ariano nel Polesine, interessate dal passaggio della strada.